La corsa della vita

Una vita da gregario | Oltre la vittoria

Illustrazione di Riccardo Cernetti

Siamo due studenti di ingegneria meccanica con la passione per le corse. Nella vita di tutti i giorni capita che di fronte alle nostre ordinarie fatiche non riusciamo a capire fino in fondo quale sia il valore di ciò che viviamo. Nel parallelismo tra la corsa della vita e le gare ciclistiche o automobilistiche (nel nostro caso), abbiamo deciso di prendere da esempio due importanti episodi, che ci sembrano emblematici e significativi nel prendere con un po’ più di avvincente e sano spirito sportivo le sfide che quotidianamente ci vengono messe davanti.

Una vita da gregario

Chi è il gregario? Il gregario è la figura che accompagna e si mette a disposizione del capitano, in gergo tecnico “lo tira, gli taglia l’aria davanti” facendogli fare meno sforzi, gli dà persino la propria ruota in caso di foratura in maniera tale da mantenerlo sempre in gioco. 27 maggio 2016: siamo alla terzultima tappa del Giro d’Italia, Pinerolo-Risoul, Michele Scarponi è in fuga lasciando il gruppo dei favoriti, composto da Nibali, capitano della sua squadra (team Astana), Chaves e Kruijswijk (maglia rosa), a 5 minuti di distanza. A 50 km dall’arrivo l’ammiraglia dell’Astana si avvicina a Scarponi chiedendogli di rinunciare alla propria fuga rallentando il passo per far recuperare secondi al suo capitano. Nel fitto della nebbia, la maglia rosa (Kruijswijk) era finita fuori pista perdendo terreno e vedendo sfumare fisicamente la possibilità di trionfare. Scarponi rallenta, arriva a fermarsi, mette giù i piedi e fa passare il tempo necessario, un’eternità; vede finalmente in lontananza il suo capitano con gli altri corridori, e inizia a impostare un ritmo di pedalata favorevole a Nibali, “tirandolo” fino agli ultimi 10 km dove poi, stremato, si staccherà. Questo ha permesso a Nibali di recuperare addirittura minuti dalla maglia rosa tagliando il traguardo con le lacrime agli occhi. Aggiudicarsi questa tappa è stato per lui decisivo nella conquista del Giro. Questa è la massima espressione del gregario: Scarponi rinuncia alla vittoria ormai in pugno per mettersi a completa disposizione del suo compagno di squadra e amico. C’è infatti bisogno di un amico, che sia in una gara di corsa o durante la preparazione di un esame, in famiglia o nel guardare il proprio futuro, di qualcuno che si metta vicino a te per non farti perdere di vista l’obiettivo da raggiungere. Colpito dalla sua figura mi è sorto spontaneo chiedermi cosa spinge una persona a rinunciare al proprio interesse personale a vantaggio di qualcun altro. A che pro una mossa simile, nella vita di tutti i giorni? Evidentemente deve esserci una convenienza altrimenti nessuno sarebbe disposto ad agire in questo modo.

Oltre la vittoria

Malesia 2016, Nico Rosberg sta lottando per il mondiale e ha 7 punti di vantaggio su Hamilton, il suo rivale, che nelle ultime due stagioni si è imposto su tutta la griglia arrivando a conquistare il suo terzo mondiale. Lewis infatti si è dimostrato nettamente superiore a Nico, non tanto sul piano della velocità quanto per la resa in gara, per il suo modo di combattere e per il fatto che nel corpo a corpo ha quella cattiveria che al pilota tedesco è sempre mancata. In questa stagione Rosberg è partito fin da subito con un altro spirito, tirando fuori quella cattiveria agonistica che non sembrava avere, si è ormai stancato di essere etichettato come il numero 2, l’eterno secondo. Per queste vicissitudini la gara della Malesia acquisisce ancor più importanza. Nico parte dalla seconda casella e alla prima curva viene speronato da Vettel. Rosberg si ritrova ultimo alla prima curva del primo giro, è chiamato ad una insperata rimonta per inseguire il proprio sogno. Quando tutto sembra essere perduto, con Hamilton che avrebbe ripreso la leadership nel mondiale a 5 giri dalla fine, accade qualcosa che ha dello straordinario: Lewis rompe il motore ed è costretto a ritirarsi dalla corsa. La gara che doveva sancire la disfatta di Nico, lo vede invece aumentare il suo vantaggio in campionato per poi permettergli di conquistare il titolo piloti del 2016. Ciò che mi colpisce di questi piloti è che indipendentemente dall’esito della corsa, lottano sempre, perché loro non si basano solo sulla speranza di vincere la gara. Quel che rimane è la passione per ciò che fanno e le emozioni che vivono, è questo che può giustificare la fatica, il pericolo e la sconfitta anche per noi, nella vita di tutti i giorni.

  1. pedalare davanti al gruppo per tagliare l’aria a chi è dietro di lui

  2. essere in vantaggio rispetto al gruppo

  3. maglia che viene indossata dal leader della classifica generale del Giro d’Italia

  4. macchina a disposizione per tutti i corridori per rifornirsi di acqua, barrette energetiche e bici sostitutiva

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