Smart talks: don’t trust me now



Smart talks:

N.B. Tutte le forme scorrette sono fortemente volute

Benvenuti in questo nuovo format di Polipo. Questa è la pagina che consente agli studenti di intercalarsi all’interno di argomenti di alto lignaggio, tipicamente esenti da tasse e dalla vita quotidiana di uno studente del Poli. Abbiamo il piacere di presentarvi due studenti come voi, l’uno ingegnere elettronico, proveniente dal profondo sud e con la passione per la parmiggiana di melenzane e l’altro ingegnere informatico, d’origine lecchese ed esperto ai massimi sistemi di Clash Royale: Davide Grasso e Luigi Cagliani. Essi hanno deciso di confrontarsi con un dibattito sulla fiducia, leitmotiv di questa rivista. Questo lavoro è da intendersi come semplice spunto di riflessione, a cui voi lettori potete dare seguito.

Luigi: Ciao Davide. Quando vai a mangiare una parmiggiana in qualche locale, come fai a fidarti che lo chef l’abbia fatta con le melenzane fritte, come previsto dalla ricetta?

Davide: Semplice. Confido che lo chef sappia cucinare il piatto, anche perché non friggere le melenzane è un attacco alle mie tradizioni, direi quasi una micro-aggressione. Non aggiungo altro.

Davide: Luigi, come fai a essere sicuro che mentre giochi a Clash Royale non ti cada la connessione? Cosa comporterebbe per te la perdita di una partita per colpa di cause esterne?

Luigi: Mah, direi che a Milano una connessione 4G FHD 4K Blu-ray disc è indispensabile. Se volevo una rete che non andava, tanto vale che usavo quella del Poli.

Luigi: A proposito di tecnologia, ormai lo smartphone è l’estensione della nostra mano e affidiamo tutto ad accounts, emails, passwords e clouds. Come fai a fidarti che tutto quello che immetti dentro non venga letto da qualcuno o, peggio, sia usato contro di te (come con la Diletta nazionale)?

Davide: la certezza assoluta che questi dati non vengano usati contro di me non ce l’ho, ma mettere i propri dati dentro un sito che è stato scritto da un uomo equivale a dare fiducia a quel nerd, quindi il computer non è altro che uno strumento, un mezzo. Perché io non tengo il mio stipendio in casa invece di metterlo in banca? Perché cioè, zio, la banca è l’emblema, oppure perché mi fido che la banca saprà custodirlo e farlo fruttare correttamente. A sua volta la banca si fida dei clienti (perché la mia banca è differente) e presta loro il denaro per le proprie esigenze. Come vedi la fiducia stessa è alla base della nostra società e dei rapporti tra le persone. A proposito di rapporti tra persone: ormai per ogni dubbio, invece che attivare la massa grigia che possediamo nella scatola cranica o chiedere al nostro fedelissimo compagno di mangiate alla sagra de La Purpetta, usciamo lo smartphone e chiediamo a Google. Dove finiremo?

Luigi: Come ogni cosa ci sono vantaggi e svantaggi. Il Cambridge Dictionary definisce Internet come “large system of connected computers around the world that allows people to share information and communicate with each other” (in italiano: sono pigro) e quindi permette di essere in contatto con tutto e con tutti. Il vantaggio è che se sono da solo e non so dove andare apro Google Maps, se voglio fare shopping vado su Amazon, se ho sete chiedo consigli alla Ferragni e così via. Lo svantaggio è che, avendo un dispositivo “completo”, esso ci induce ad isolarci e nel delegargli gran parte delle nostre faccende viene meno la centralità dell’uomo. La macchina fa infatti calcoli perfetti, al contrario di noi (quanti hanno dovuto ridare Analisi 1 a settembre?!), quindi è automatico assegnare compiti e responsabilità alla macchina che non sbaglia. Per esempio, l’inserimento dei dati in un database è un lavoro sbatti per un uomo e una banalità per un computer. Quale grado di responsabilità ha dunque raggiunto la macchina all’interno della nostra società?

Davide: Credo che tutto questo processo di sviluppo sia volto alla diffusione del benessere. Ma questo benessere cela un malessere, in quanto delegando tutto alla macchina, potrei benissimo dire: “ma io, uomo, a cosa servo?” Il mondo sta volgendo lo sguardo a una dimensione perfetta dove le macchine rendono tutto facile, veloce e corretto, e in questa dimensione qual è il ruolo dell’uomo che porta con sé i suoi errori? È bene osservare che la macchina rimane lo strumento e che l’unico in grado di osservare la realtà che ci circonda è l’uomo. Oppure il nuovo Samsung Galaxy S100 con fotocamera in modalità panoramica 360° VR.

Un ringraziamento speciale a Luigi per questo articolo. Ero scettico all’idea di scrivere un articolo a 4 mani. Siamo partiti guardando video dementi su Youtube e siamo finiti a scrivere un articolo “quasi” serio. Questo conferma che la fiducia nell’altro è una grande ricchezza. Davide.

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